Cari Diavoli Aranceri,

con il cuore colmo di emozioni e un nodo in gola, vi scrivo queste parole che per me valgono una vita intera.

Cinquant’anni ormai sono passati da quando ho avuto l’onore di far nascere e guidare questa grande famiglia.

E oggi, con immenso orgoglio e gratitudine, mi preparo a passare il testimone.
Dopo mezzo secolo al vostro fianco, è giunto il momento di lasciare il mio ruolo, ma non il mio amore per questa squadra. Essere nominato presidente onorario è un riconoscimento che mi riempie di gioia e responsabilità, perché rappresenta il legame indissolubile che ci unisce.
Ricordo come fosse ieri il nostro primo Carnevale, nel 1973.

L’aria era carica di aspettative e la piazza sembrava un campo di battaglia pronto a esplodere di vita.
La prima arancia tirata non era solo un gesto, era il simbolo di una tradizione che scorre nelle vene di ogni arancere. Quella prima battaglia, la porto con me da allora, perché mi ha insegnato ad essere un Diavolo Arancere.

Ricordo le prime vittorie, il sudore e la gioia esplosa in quegli abbracci fraterni.
Ricordo le serate passate a pianificare, a sognare in grande, quando ci sembrava che nulla fosse impossibile.

E poi ci sono state anche le sconfitte, quei momenti che ci hanno fatto male, che ci hanno provato nel profondo. Ma non abbiamo mai mollato. Abbiamo trovato la forza nel gruppo, nella nostra identità, in quell’inferno che ribolliva in ognuno di noi e che ci teneva uniti anche nei momenti più bui.

Siamo caduti, ma ci siamo sempre rialzati, più forti di prima, con la consapevolezza che ogni arancia tirata avesse un significato che va oltre la battaglia stessa. L’ amore per i Diavoli, per Ivrea e la sua storia.

Saranno per sempre con me le sensazioni, le arance che volano, i volti segnati dalla battaglia, ma anche quel senso di appartenenza che ci accompagna sempre. Ogni volta che scendiamo in piazza, sappiamo di rappresentare non solo noi stessi, ma tutti coloro che hanno lottato prima di noi e che lotteranno dopo di noi. Quella Piazza, il Rondolino è il nostro palcoscenico, la nostra casa, il nostro inferno, il nostro campo di battaglia e così sarà per sempre.

Ho visto passare generazioni di aranceri e ognuno di loro ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia. I numerosi giovani che si sono uniti a noi hanno portato nuova energia, ma allo stesso tempo un rispetto per la nostra tradizione. Vedere quegli sguardi, pieni di entusiasmo e fierezza, mi ha sempre dato la forza di andare avanti, di condurre la nostra squadra con la stessa passione che mi ha animato fin dal primo giorno.

E come potrei dimenticare coloro che non sono più con noi, ma che hanno contribuito a scrivere la nostra storia con il loro sacrificio e la loro dedizione.
Il loro spirito vive ogni giorno, nei racconti di chi li ha conosciuti, in battaglia, in ogni arancia che tiriamo con forza e convinzione. Sono parte di noi, continueranno ad essere al nostro fianco, oggi e sempre.

In questi anni siamo partiti da zero, costruendo con fatica e determinazione qualcosa di straordinario. Da una piccola squadra di 37 aranceri, siamo diventati una delle formazioni a piedi più rispettabili del Carnevale di Ivrea, con un palmarès che parla per noi: 13 primi premi, 13 secondi premi e 7 terzi premi. E questi sono solo alcuni dei riconoscimenti, perché ciò che abbiamo conquistato insieme va oltre ai numeri: sono emozioni, sfide vinte e momenti indimenticabili di un valore inestimabile.

Ora, mentre mi preparo a fare un passo indietro, sono consapevole di lasciare questa squadra in mani sicure.
Voi avete la forza, i valori e la passione necessarie per portare avanti la nostra tradizione, per mantenere vivo lo spirito dei Diavoli, della Battaglia delle Arance e del Carnevale D’Ivrea. So che continuerete a lottare con lo stesso cuore, con la stessa passione e con lo stesso orgoglio che ci hanno sempre contraddistinto. Perché NOI siamo i Diavoli Aranceri!

Questo, però, non è un addio.

Anche da presidente onorario, il mio cuore batterà sempre al ritmo dei tamburi e continuerò a vivere ogni momento del Carnevale come ho sempre fatto!

Con tanta Passione, tanto Amore e con la consapevolezza di far parte di un’incredibile storia.
Grazie Diavoli.

Grazie per avermi accompagnato in questo viaggio straordinario.
Grazie per ogni sorriso, per ogni abbraccio e per ogni lacrima condivisa in piazza.
Grazie per avermi dato la possibilità di vivere questa avventura incredibile.
Grazie per questi Cinquant’anni.

I Diavoli non sono solo una parte di me, sono la mia famiglia, e lo saranno per sempre.

Il vostro presidente, ora onorario,

ANTONIO VERNETTO DIDON